La Cina è grande e questo lo sanno tutti così come sanno tutti che è anche il paese più popoloso del mondo.
Ma quanto è grande veramente e quanti sono i suoi abitanti?
Dimensioni della Cina

Con l’estensione che potrebbe appartenere ad un continente, la Cina è il terzo paese al mondo per grandezza dopo Russia e Canada e come si può facilmente vedere su una qualsiasi mappa, eguaglia quasi le dimensioni dell‘Europa.
Con l’Italia non c’è neppure da fare il confronto. La Cina è qualcosa come 30 volte più grande.
Non stupisce perciò che le dimensioni del paese si ripercuotano anche sulle dimensioni delle singole città, le quali possono richiedere ore per essere percorse da un capo all’altro, attraversando distretti che ricordano intere province italiane.
All’interno delle città tutto è grande, tutto è distante. Campus universitari grandi come centri storici, che rendono necessario l’impiego di shuttlebus che trasportano studenti, professori e lavoratori avanti e indietro, spesso al costo di 1 yuan.
Centri commerciali a 8 piani grandi come aeroporti, in cui talvolta è possibile imbattersi in mappe digitali, che attraverso uno schermo touchscreen ci guidano attraverso i negozi, indicandoci la posizione di quello che stiamo cercando consigliandoci addirittura il percorso da compiere per non perderci.
Agli occhi del cinese medio quindi alcune delle nostre più grandi città non sembrano essere altro che paesini di provincia, rendendo il soggiorno in alcuni casi un po’ claustrofobico, per quelli che si ritrovano a studiare o a lavorare in borghi dalle dimensioni che in certi casi risultano essere ristrette anche per noi.
Ma se c’è un lato per cui la Cina è nota anche più che per le sue dimensioni, questo è sicuramente il numero dei suoi abitanti.
Quanti abitanti ha la Cina?

La Cina detiene il primato mondiale per numero di abitanti, sfiorando quasi il miliardo e mezzo. Niente male considerata anche la politica del figlio unico che vietava la possibilità di avere più di un figlio, istituita nel 1979 per frenare la rapida crescita demografica che stava avvenendo e rimasta in vigore per oltre 30 anni, cancellata neppure un decennio fa, in favore di una legge più libertaria che ne consente due.
Questa forte popolosità è particolarmente visibile in alcune delle sue più grandi città come Pechino o Shanghai, sfociando in situazioni di forte affollamento soprattutto nelle stazioni metro, nelle zone commerciali e nei distretti più centrali. Del resto, per quanto le città siano grandi, stiamo pur sempre parlando di milioni di persone che quotidianamente si muovono, camminano, guidano, si spostano.
Per capirci qualcosa di più, la capitale Pechino vanta circa 21 milioni di abitanti, un terzo degli abitanti di tutta l’Italia intera, e non è certamente un’eccezione, considerando che Shanghai ne conta almeno 30 milioni. Ma queste sono le due città più famose e importanti di tutto il paese e non possiamo generalizzare dicendo che le dimensioni di tutte le città della Cina rispecchino questi numeri, anche se, sebbene molto più piccola, una città media cinese può contenere dai 4 agli 8 milioni di persone, risultando comunque ben oltre le nostre città più grandi. La monotonia di incontrare sempre le stesse persone non è qualcosa di cui preoccuparsi.
Perché la Cina ha così tanti abitanti

La popolazione della Cina è sempre stata molto numerosa per via delle sue dimensioni, ma negli ultimi 50 anni ha avuto una forte crescita demografica.
Durante l’epoca della rivoluzione culturale, il presidente Mao ZeDong , ignorando gli avvertimenti degli esperti, spinse le famiglie cinesi a procreare quanto più potevano, al fine di aggiungere manodopera all’industria cinese.
Avere molti figli era qualcosa che conferiva grande onore alle famiglie, che si sentivano così parte del grande disegno del partito comunista cinese di rendere la Cina una grande potenza al pari delle altre grandi potenze.
Per le donne cinesi vissute a cavallo tra gli anni 50-60 era frequente dare alla luce anche 7 o 8 figli, nonostante le condizioni di povertà e gli sforzi per allevarli.
Con una popolazione in forte crescita la Cina si trovò a dover porre un freno, arrivando a introdurre la politica del figlio unico, che permetteva a ogni famiglia di avere un solo figlio – due in alcuni rari casi – e che multava chiunque trasgredisse.
Con la minaccia di una multa da pagare, per alcune famiglie la scelta ricadeva sull’abbandono.
Gli orfanotrofi si riempirono molto in fretta in quegli anni come conseguenza dell’abbandono dei figli, soprattutto femmine, da parte di famiglie alla ricerca di un maschio, o che si trovavano alla prese con una seconda nascita.
Ma il dato più preoccupante riguarda quella fetta di popolazione cinese non registrata all’anagrafe al momento della nascita e che per il governo cinese non esiste, non possedendo un documento cinese, non avendo quindi accesso alla scuola, al lavoro, a una vita normale.
Questa politica ha infatti creato in quegli anni un nuovo fenomeno che in Cina prendeva il nome di Heihaizi 黑孩子 – letteralmente bambini neri – e che indicava la pratica di non registrare all’anagrafe i figli nati al di fuori della politica del figlio unico, così da evitare pesanti sanzioni economiche.
Non si conoscono i numeri esatti, ma un censimento del 2010 ha portato alla luce il fenomeno,rivelando che sono circa 13 milioni le persone che vivono in Cina senza essere state registrate; circa l‘1% della popolazione totale.
Il reale numero degli abitanti della Cina non è quindi una cosa certa e potrebbe essere molto superiore a quello che emerge dalle fonti ufficiali. Senza contare i cinesi espatriati all’estero.
Si stima infatti che attualmente vivano all’incirca 30 milioni di cinesi sparsi nel mondo, residenti nei principali paesi dell’Asia, dell’Europa e del nord America.
Negli ultimi anni, con l’incremento degli investimenti cinesi in Africa si è assistito a un aumento di comunità cinesi anche sul territorio africano.
Pur non conoscendone il numero esatto si stima che i cinesi che vivono attualmente in Africa siano all’incirca 1 milione.